"A meta final do JUDÔ KODOKAN é o aperfeiçoamento do indivíduo por si mesmo, desenvolvendo um espírito que deve buscar a verdade através de esforço constante e da sua total abnegação, para contribuir na prosperidade e no bem estar da raça humana" "Nada sob o céu é mais importante que a educação. Os ensinamentos de uma pessoa virtuosa podem influênciar uma multidão; aquilo que foi bem aprendido por uma geração pode ser transmitidas a outras cem." Jigoro Kano

JUDO KYOHAN Sakujiro Yokoyama - 1915 parte cinco

PREPARAZIONE DEGLI ALLIEVI DI JUDO

16. TSUKURI E KAKE.

Abbiamo già stabilito che prima di applicare le nostre tecniche su un avversario é sempre necessario rompere la sua “posizione naturale” mentre noi ci mettiamo in una condizione tale che si possano applicare le nostre tecniche. Questa operazione é detta tsukuri o tsukuru (cioé mettere noi e l’avversario nella giusta posizione). Una volta completato lo tsukuri si possono applicare le tecniche; questa operazione é detta kake o kakeru.

17. RANDORI E KATA.

Riferendoci alla pratica, il judo é suddiviso in due tipi denominati randori e kata. Kata é una forma elementare che mostra il modo in cui deve essere eseguita la tecnica. Nell’esecuzione potete imparare che quel certo tipo di trazione deve essere fatta su quella parte del corpo al fine di rompere il suo equilibrio oppure che quella tecnica deve essere fatta quando si trova in quella particolare posizione. Randori é l’applicazione del kata nel combattimento. Praticamente é il combattimento “libero”. Non serve dire quale dei due sia il più importante. Comunque é consigliabile, per gli anziani e i principianti, iniziare con il kata piuttosto che con il randori, poiché così possono allenare il loro fisico e imparare il modo di eseguire le loro tecniche e quindi praticarle. Questo é il miglior modo per sviluppare il fisico e migliorare.

18. TORI E UKE.

Il kata é eseguito in due al fine di studiare i principi della vittoria così come lo sviluppo fisico. E‘ stabilito chi deve attaccare e chi deve difendersi. Nel kata, per colui che esegue la tecnica, si dice che “attacca” e l’esecutore stesso viene detto “tori”. Colui che riceve la tecnica, si dice che “subisce” e lui stesso viene detto “uke” (*). Tori deve mantenere la miglior posizione possibile e uke deve muoversi secondo gli schemi prefissati di attacco e difesa senza alcuna deroga. Deve sforzarsi di agire in accordo a quanto gli viene richiesto. In futuro, per comodità, nelle spiegazione dei kata useremo i termini di “tori” e “uke”.
(*) La traduzione in inglese parla di "taker" e "receiver" che tradotti letteralmente sarebbero "colui che prende" e "colui che riceve".(N.d.T.).

19. COME CADERE.

In judo é molto importante eseguire le tecniche senza alcuna esitazione. Ciò rende il progresso più rapido, le tecniche più efficaci e c’é meno pericolo di far male all’avversario. Se si esita e si ha paura dell’avversario si diventa goffi e rigidi, diminuisce il rendimento e non si riesce ad eseguire nel giusto modo gli esercizi. Può inoltre capitare di farsi del male da soli. E‘ comunque abbastanza difficile, per i principianti, praticare senza alcuna paura. Senza dubbio questo dipende molto dall’atteggiamento del principiante così come dal suo livello mentale e, ancora, dal fatto che molti di loro hanno paura di cadere. Questa paura di cadere é conseguenza della paura di farsi male. Per evitare questo pericolo l’allievo deve imparare a cadere. Una volta imparato il cadere perde d’importanza; non si avrà più paura dell’avversario e non ci sarà più agitazione; si riuscirà ad essere calmi e concentrati e capaci di esercitarsi senza paure.
Si é già visto nel paragrafo 6 che il corpo si può inclinare in sei direzioni differenti. Ma quante sono le parti del corpo coivolte nella caduta? Non sono molte. Supponiamo di essere proiettati verso l’angolo destro dietro al nostro corpo, sarà quella parte e le altre immediatamente vicine a toccare terra. Se invece cadete avanti a destra non sarà la parte anteriore, ma sempre quella posteriore che toccherà terra poiché il corpo ruoterà nel momento stesso che verrà lanciato. Se si viene proiettati direttamente indietro sarà proprio il dorso che toccherà terra, ma se cadete venite proiettati direttamente davanti, caso strano, non sarà la parte anteriore ma quella posteriore a toccare terra poiché il corpo ruoterà nel momento stesso che verrà lanciato. I modi di toccare terra differiscono leggermente uno dall’altro , ma hanno sempre in comune il fatto di cadere sulla parte posteriore del corpo. Vediamo prima il modo di cadere indietro a destra o sinistra e dopo la caduta in avanti. Nel primo caso é molto semplice. Quando il corpo sta per toccare terra bisogna battere forte per terra con il palmo della mano il più vicino possibile al corpo. Il braccio deve essere ad angolo retto con il corpo, interamente rigido e colpite il terreno in modo tale che sia l’avambraccio a colpire attutendo così la caduta. Quando si viene proiettati il corpo, grazie al braccio che lavora come una molla, arriva leggero sul terreno senza causare alcuna paura. Una volta padroneggiata questa tecnica non si avrà più paura di cadere a terra come sulla materassina. Se invece cadete distendendo il braccio e battendo a terra con la sola mano e troppo presto l’azione sarà poco efficace e si correrà il rischio di farsi male. La battuta dovrebbe cominciare a una distanza compresa fra 15 e 30cm dal terreno. Non battete con il solo avambraccio piegando il braccio e tenendo la sua parte superiore vicino al fianco. Così facendo non si é in grado di evitare di cadere violentemente con il rischio di farsi male al gomito o alla spalla. Non é comunque facile cadere bene per i principianti. Spesso molti di loro distendono troppo presto il braccio e battono troppo vicino al corpo. Ci sono solo due modi per imparare a cadere bene. Il primo (vedi fig.26) é quello di farsi aiutare da uno più bravo. In questo modo si prova la caduta mentre il compagno controlla tenendo il judogi in una mano. Questo é molto semplice. L’altro modo é quello di praticare da soli. Mettetevi a terra su un fianco e battete per terra ripetutamente la mano o tutte e due. Quanto più si batte forte per terra tanto più il busto, per contraccolpo, tende ad alzarsi e così in breve tempo si riesce a sollevare l’intero busto da soli e con una certa facilità.
Arrivati a questo punto, come nella fig.10, lanciatevi ancora e provate a sostenere il vostro corpo battendo la materassina con la mano e il braccio. Ripetendo più volte questa operazione sarete in grado alla fine di sostenere il vostro corpo su una sola gamba. Quindi lanciatevi ancora e battete per terra con la mano opposta (alla gamba che vi regge), come nella fig.11.
In questo modo s’impara il modo di evitare una caduta violenta. Dopo alzatevi e riprovate ancora. Ripetendo questa operazione diventerete, entro breve, esperti nel modo di cadere. Torniamo ora all’altro modo di cadere, quando siamo proiettati in avanti. In questo caso se avete paura di cadere c’é il pericolo di farsi male alla schiena o alle anche. In questo caso posate la vostra mano a terra piegandola verso l’interno e con la massima elasticità che potete appoggiate a terra il gomito, la spalla, l’anca e la gamba opposta (al braccio) fino a formare un cerchio con il vostro corpo piegato e ritornate in piedi usando lo slancio della caduta. Ma l’unico modo per rialzarsi così é quando l’avversario lascia la presa del vostro corpo appena dopo il lancio. Se invece non lascia la presa diventa impossibile rialzarsi e c’é il pericolo di sbattere violentemente le anche per terra. Per evitare il forte impatto bisogna piegare le ginocchia e prendere contatto a terra con la pianta dei piedi. In questo modo i piedi prendono contatto prima delle anche salvandole dalla botta. Dovete cercare di mantenere contratte le gambe altrimenti il corpo potrebbe subire uno sgradevole shock. Questa caduta non é più difficile dell’altra. L’insegnante aiuterà a ruotare il corpo, ma é importante che la si pratichi da soli. Stando in migi shizen tai piegare il corpo come nella fig.12,
mettere le mani sulla materassina piegate verso l’interno del corpo. Piegare la testa come se si volesse metterla sotto il braccio sinistro. Lasciare scivolare il palmo della mano destra fra il braccio sinistro e il piede destro e appoggiate il gomito destro, la spalla, l’anca e la gamba opposta (al braccio) sulla materassina in questo ordine. Formate così un cerchio con il corpo piegato. Battete con la mano sinistra per terra e ritornate in piedi usando lo slancio della caduta. Ripetendo questo esercizio più volte diventeret esperti nella caduta e alla lunga riuscirete a rialzarvi senza battere la mano sulla materassina. Inoltre riuscirete a praticare la caduta con una sola mano come nella fig.13.
figuras 10, 11, 12 e 13.

















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