"A meta final do JUDÔ KODOKAN é o aperfeiçoamento do indivíduo por si mesmo, desenvolvendo um espírito que deve buscar a verdade através de esforço constante e da sua total abnegação, para contribuir na prosperidade e no bem estar da raça humana" "Nada sob o céu é mais importante que a educação. Os ensinamentos de uma pessoa virtuosa podem influênciar uma multidão; aquilo que foi bem aprendido por uma geração pode ser transmitidas a outras cem." Jigoro Kano

JUDO KYOHAN Sakujiro Yokoyama - 1915 parte quatro

Direttive per gli allievi di judo

. Necessità della “forza”.

E‘ tradizione antica che, nel tai jitsu o nel ju jitsu, chi ha maggiore forza fisica ha più probabilità di essere battuto e che la forza sia un danno più che un beneficio. Ma questo é un grave errore. Se le altre qualità sono uguali il più forte vince. E‘ comunque vero che possa succedere che una persona meno forte possa, grazie alle sua capacità tecniche, prevalere su un'altra fisicamente più forte. Ancora, uno che possiede molta forza é portato a far conto su di essa, spesso applicandola in disaccordo con i principi del judo. Egli potrà vincere su persone più deboli, ma mai prevalere su una persona che sia tecnicamente molto abile o che sia dotato di pari o maggior forza di lui. Inoltre così facendo acquisirà una serie di “cattive” abitudini che, entro breve tempo, costituiranno un grosso ostacolo per il suo miglioramento. Questo fatto sembra essere il motivo principale di quell’antico modo di pensare del ju jitsu. Non é sbagliato che uno abbia tanta forza, ma che impieghi tutti i suoi sforzi esclusivamente per aumentarla. Comunque se un uomo forte presta molta cura nell’apprendere i principi del judo non ci sono problemi poiché non l’applicherà mai nel modo sbagliato, il suo miglioramento non incontrerà ostacoli e sarà capace di farne il miglior uso possibile. Se i grandi maestri di judo nei primi anni avessero avuto più forza sarebbero stati molto più efficienti. In sintesi, la forza é molto necessaria: per mantenere la propria posizione, rompere l’equilibrio dell’avversario e applicare su di lui delle tecniche. Gli allievi di judo dovrebbero coltivare la propria forza per saperla usare quando si renda necessario.


10. Armonia di ossa e muscoli.

Relativamente al rompere l’equilibrio dell’avversario, é poco efficiente tirarlo o spingerlo usando solo la forza delle braccia. Se usate la forza avventatamente sarete voi ad essere squilibrati e sarete battuti. Relativamente al proiettare mantenendo la posizione naturale, dovrete avere ossa e muscoli sviluppati in modo armonico in modo tale da poterli controllare. Sebbene il vostro avversario sia fuori equilibrio e presenti quindi una buona occasione, anche se voi siete sicuri di riuscire, se applicate una tecnica voi non riuscirete ad eseguirla se le vostre braccia, gambe e tutto il corpo non si muoveranno armonicamente, cioé, che la trazione delle vostre braccia e il movimento delle gambe lavorerino in opposizione fra loro, oppure, che le vostre anche, spesso così importanti nel judo, non lavorino mentre gambe e braccia sono all'opera.
Un esercito non può vincere una battaglia se fanteria, cavalleria, artiglieria e genieri non collaborano. Così avviene con il judo. Ogni muscolo ed ogni osso devono lavorare in concerto tra loro.
Gli allievi di judo sono pregati di dedicare particolare attenzione a questo argomento. Essi devono studiare il modo di muovere i piedi e il busto al fine di mantenere una giusta posizione. Dovrebbero imparare quando tirare e spingere i loro avversari, per squilibrarli. Dovrebbero sapere come usare le diverse parti del corpo in relazione alle diverse tecniche che desiderano applicare. Studiando questi argomenti dovrebbero riuscire ad armonizzare tutte le parti del loro corpo.


11. Senso di percezione dei muscoli.

In judo abbiamo i termini sen, go no sen e sen no sen. Per sen s’intende che uno prenda l’iniziativa, rompa l’equilibrio dell’altro e applichi delle tecniche approfittando della prima opportunità che gli si offre. Per sen no sen e go no sen s’intende che quando l’altro rompe la nostra posizione noi ritorciamo la sua tecnica a nostro vantaggio rompendo la sua posizione oppure, avvalendoci della sua posizione dopo l’attacco, a nostra volta l’attacchiamo o, in altre parole “contrattacchiamo”. Questo é di grande importanza nel combattimento. Nel judo, se usate solo gli occhi per capire in quale direzione stia andando il vostro avversario e quale sia la tecnica più adatta per intervenire, arriverete sempre in ritardo. L’opportunità é un attimo che fugge via. Pensate che sia il momento giusto per attaccare quando ormai é troppo tardi. Quindi dovete percepire il momento ancor prima che appaia ai vostri occhi e anticipare il momento dell’azione. Per tutto questo gli occhi non sono sufficienti. Voi dovete affidarvi al senso di percezione dei vostri muscoli. Per esempio, nel go no sen é questione di un attimo il trasformare un successo in un fallimento. Non c’é altro modo per capire se l’opportunità é a portata di mano se non affidarvi al senso di percezione dei muscoli. Talvolta il judo é come “praticato al buio”. Questo perché noi, con il senso di percezione muscolare, possiamo sapere sia lo stato dell’ avversario che il nostro. L’istinto dovrebbe suggerire la cosa giusta da fare al momento giusto. Il cosiddetto “occhio della mente” che significa percepire con la mente e non con gli occhi, non é nient’altro che il senso di percezione muscolare. Esso si sviluppa gradualmente con la costante pratica del judo, ma si svilupperà lentamente a meno che non prestate attenzione all’allenamento fisico e mentale così come allo studio dei principi del combattimento.


12. Attività mentale.

Si é già visto come sia importante, in judo, rompere la posizione dell’avversario utilizzando tutto il corpo e mantenere la posizione naturale mentre si applicano delle tecniche nei suoi confronti. Ma ci vogliono parecchi allenamenti fisici e mentali, oltre a tanta pratica, prima di arrivare a questo livello. Può capitare che, pur riuscendo in allenamento, con poco sforzo, a mantenere la propria posizione naturale, rompere l’equilibrio dell’avversario e applicare delle tecniche, spesso non riesca, in combattimento, a muoversi liberamente e in modo disinvolto assumendo un atteggiamento del corpo e rigido; spesso non riesce a squilibrare l’avversario, perdendo lui stesso l’equilibrio, oppure non riesce ad applicare una tecnica anche se si presenta la giusta occasione. Tutto questo avviene per la paura dell’avversario ed ha una grande rilevanza nel combattimento. L'allenamento mentale é ancora imperfetto. Se vi dovesse accadere di perdere la pazienza potreste perdere la coscienza della relazione fra voi e l’avversario per non parlare delle altre circostanze. In questi casi, non cogliendo la posizione dell’avversrio, né quale parte del suo corpo sia rimasta indifesa, applicherete la vostra forza senza controllo, con suo grande vantaggio, per trovarvi alla fine sconfitto. Ancora, se sottovaluterete il vostro avversario e abbasserete la vostra guardia gli offrirete un’ottima opportunità, con il risultato di perdere inaspettatamente. Tutto ciò avviene a causa del vostro imperfetto allenamento mentale. L’allievo di judo deve quindi coltivare la sua mente; non deve mai aver paura, mai perdere la pazienza, mai abbassare la guardia; ma deve essere freddo e calmo e non con la testa distratta; deve agire con velocità e raziocinio secondo le circostanze. Deve essere abile e coraggioso sia in attacco che in difesa. Questi antichi versi Giapponesi probabilmente esprimono meglio il significato di questi punti.

Sullo stagno di Sarusawa,
la luna luminosa si riflette,
ma lei non pensa niente di questo,
né dell’acqua dello stagno sotto,
che le permette di spiare quello che fa.

Monte Tsukuba,
così coperto di rami e foglie
sembra che niente possa vedersi attraverso essi;
Ma arriva tremolante fra i rami
la luce della luna che si leva.

Un ippocastano,
quando é spazzato via dalla piena,
che corre violenta e sfrenata,
deve sacrificare la sua natura,
per poter galleggiare sulle acque.

DIRETTIVE PER GLI ALLIEVI DI JUDO
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13. Forte Determinazione.

Alcuni principianti praticano con l’obiettivo della difesa personale senza approfondire completamente il judo. Altri, vedendo allievi più esperti che proiettano i loro avversari con grazia e facilità praticano senza interesse; e altri ancora, vedendo i notevoli fisici degli atleti di judo, lo praticano per migliorare la loro salute. Queste persone pensano che dopo due o tre lezioni saranno in grado di avere corpi temprati e forti come l’acciaio e agili e leggeri come uccelli. All’inizio si allenano seriamente, ma quando vedono che i progressi non sono così veloci come speravano, si stufano e abbandonano la pratica. Alcuni invece aumentano l’allenamento sperando di diventare un esperto in pochi giorni. Queste persone molto spesso s’infortunano e dopo non molto devono abbandonare la pratica. Sfortunatamente ci sono molti allievi che all’inizio praticano con grande assiduità, ma che spesso per motivi di salute devono smettere di praticare. Il judo é molto diverso da altri corsi di studi e non può essere imparato solo ascoltando o studiando la sola teoria. E‘ difficile imparare completamente il judo senza praticarlo. Non si può ottenere un buon fisico senza essere competente in judo. Al Kodokan perciò, gli allievi fanno un giuramento che riguarda il loro impegno futuro e che lo perseguiranno. Stando così le cose, gli allievi non devono aspettarsi rapidi progressi, ma accontentarsi di lenti e sicuri progressi. Devono essere dotati di forte determinazione e praticare giorno dopo giorno. Devono inoltre prestare attenzione alle norme di sicurezza. E‘ anche importante che non smettano per futili motivi.



14. Età e fisico degli allievi di Judo.

Ci sono molte persone che credono che il judo sia troppo violento per le persone deboli, i giovanissimi e gli anziani. Questo é un grande errore. Persone giovani o vecchie, forti o deboli, possono tranquillamente praticare judo perché la pratica può essere proporzionata all’età e alle loro costituzioni. Dopo una pratica costante di parecchi anni con un insegnamento adatto la persona anziana diventerà sempre più forte mentre il giovanissimo ed il debole noteranno un grande incremento delle loro abilità fisiche. La loro competenza li renderà forti e migliorerà i loro fisici deboli e le loro insufficienti energie. Se comincerete judo da giovani le vostre abilità cresceranno con il crescere dell’età e del fisico. E‘ comunque naturale che deboli e anziani progrediscano più lentamente delle persone giovani e forti. Questo non vale solo per il judo, ma per tutto. Nello studio, per esempio, i vecchi e coloro che hanno debole intelligenza sono proporzionalmente più lenti nell’apprendimento. Così come c’é un’età ideale per studiare, allo stesso modo esiste un’età ideale per iniziare il judo. Il miglior periodo é fra i 17/18 anni e i 24/25.



15. Energia mentale e conoscenza degli allievi di Judo.

Come già detto nell’ultimo capitolo, nel judo sono applicati molti e complessi principi scientifici e coloro che sono ancora immaturi e che non possiedono ancora grandi capacità cognitive non riescono a padroneggiare questi principi anche se la loro età e fisico sono quelli giusti per praticare. Shushinho é, per la maggior parte, studio delle capacità mentali. Esso richiede la comprensione di teorie molto più complesse dello shobuho e nessuno all’infuori di coloro che hanno un’intelligenza superiore alla media può progredire rapidamente nel suo apprendimento. Perciò coloro che desiderano progredire a grandi passi nel judo e raggiungere, un giorno, dei risultati, sono pregati di sviluppare tanto la mente quanto il fisico.
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